Chi sono

Ciao a tutti, sono Giovanni Pandolfi

Non sono un fotografo, ma un fotoamatore che ostinatamente fa fotografie il sabato la domenica e sporadicamente in altre giornate.
Certo non mi sarebbe piaciuto fare il fotografo per professione, mentre avrei gradito molto avere una tendenza artistica e un gusto compositivo tale da aiutarmi a scattare buone foto. Sono un tecnico, la mia vita professionale è stata da tecnico e vedo il mondo fotografico con le deformazioni tipiche del tecnico. Adesso cerco di colmare questa lacuna, che forse non ho avuto di natura (non so se è così), leggendo libri riviste etc. Ovvio che qualche cosina è cambiata ma proprio pochino; sarà l’inizio? ……lo spero.

Negli anni 70 feci il corso di fotografia per corrispondenza della Scuola Radio Elettra di Torino. Avevo un ingranditore con tutto l’occorrente per sviluppare e stampare, una biottica 6×6 e una 35 mm con un 50mm ed un 125mm (possiedo ancora tutto). Certo tutta roba economica. Con questa roba non passai mai a far buona fotografia l’aspetto tecnico sopravanzava e credevo che fosse tutto li, ma appena uscivo fuori della fotografia di famiglia erano cocenti delusioni con spreco di tempo e denaro. In quegli anni fotografavo e stampavo per parenti e amici, forse ho ritratto tutti i figli delle conoscenze d’allora riscuotendo qualche successo. Poi cominciai a fotografare cose diverse, con molte delusioni e poi l’abbandono. Ma a riflettere bene forse il motivo vero dell’abbandono è stato un’altro. Avevo altri hobby e passioni che mi hanno distolto. La più importante praticata fino a poco tempo fa è stata per il mare; in modo particolare stare in mare in immersione, di giorno di notte d’estate e d’inverno. Non per fotografare ma per cacciare. Iniziai anche a sciare ma dopo pochi anni smisi, ma prima di smettere pensai bene di rovinarmi entrambe le ginocchia. Adesso ne pago le conseguenze, come pago le conseguenze di tutta l’umidità presa in acqua. Ma non me ne preoccupo e quando fatico a salire le scale o mi fanno male le orecchie penso alle straordinarie emozioni che ho provato.

Di un libro di qualche decennio fa, anni 80 per l’esattezza, mi è rimasta impressa la dedica che l’autore fa alla sua carissima amica Jessica.
Cito:
amica di lunga data, graziosa e vivace madre di tre simpatici ragazzini, Jessica è una delle ‘’fotografe’’ più disinvolte, esuberanti e disinibite (e peggiori) che io conosca. È fiera dei suoi tre apparecchi ultimissimo modello, scatta con passione, consuma km di pellicola, ma non è ancora riuscita a realizzare una sola immagine decente. Ma non riesce, non perché non ha le conoscenze tecniche o perché non ha una buona attrezzatura anzi, aggiorna il corredo con una frequenza impressionante. Non riesce perché non ha la più lontana idea del che cosa, del perché e del quando della fotografia. Ecc…..
Andreas Feininger

A parer mio oltre al perché, al cosa e al quando, ci deve essere qualche altra cosa che è dentro di noi e nessun libro può insegnare. Questa cosa può essere affinata, potenziata coltivata. Cosa che solo ora sto facendo; diciamo dal 2006. Il 2006 è anche l’anno della mia ripresa a far fotografia da fotoamatore.

Ho piantato un chiodi in una parete dello sgabuzzino; spero tanto di non doverci mai riappendere il mio nuovo apparecchio fotografico.

A proposito, il mio corredo fotografico è questo : Canon 600D con Canon 18-55 IS e Sigma 55-200, Tamron 70-300, Canon 50 . Alcuni flash, tubi prolunga ecc. 

Risiedo ai piedi del Vesuvio, zona rossa a quota 200; non ho eccessiva paura d’abitarci.